Wednesday, April 10, 2013

Se non qui



non ovunque se non qui

da attaccare al seno
        la ferita sottile
 e al fianco
 la tenera talea

noi moriremo con uno squarcio largo
        e voce sparsa
nella mezz'ora d'aria
presso il color polvere dell'unica via

       sanguinando 
rugiade
lungo una rotta inevitabile

avessi il coraggio necessario per non temere 
l'ardore delle nevi
    quando mi ingoieranno

       o le ossa dei giardini
innalzate come colonne
a sostenermi leggera nell'altezza del vuoto

non so dirti adesso
da quale croce mi lancerò
       per annegarmi
un attimo prima di concedermi
agli ultimi venti

intanto 
in questo altrove
     di muri rossi

     l'indicibile
bisbiglia inquieto
perfino dalla distanza irrimediabile
     della radice estirpata dal grembo

     e diresti
quasi di grazia viva
     il suo nervo che guizza nel trattenere il segreto

     ma è pioggia fine a lato degli occhi

 nei luoghi che non abbiamo e non abbiamo avuto

     li riconosco al tatto
nella memoria della pelle

in espansione verticale
tra tutte le possibili sere soppresse da un'eclissi di luna.

Stefania Stravato ©  Tutti i diritti riservati

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