Saturday, November 26, 2016

Fuori luogo

contorto e cavo
l'innesto della vena più dura

nell'unico spasimo superstite della carne

l'istante che divento altro 
dalla vaga memoria di me
e più reale 
della scarna sostanza delle parole

[fuori luogo 
la voce 
è una sequenza di rondini accaldate]

piuttosto che dire ancora
come vagano impassibili le lune
tra le mappe degli addii

mi allungo e chiudo gli occhi
in una vigilia di notte e neve.













Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016

Wednesday, October 5, 2016

L'anatomia della luce

tende a sfuggirmi
l'anatomia della luce
nell'insistenza del respiro

la successione scomposta di fratture
esposte all'acqua

dunque la scrivo
e il palmo più affonda più smuove sale

(tra vuoto e rivelazione)
appare ardita
la ruggine rosa
di una sepoltura
che ha lasciato a cielo aperto
lo scheletro di un'onda

poi si tenta sempre la salvezza
nottetempo
contratti all'inverso dell'inevitabile assoluto

brevi consonanze
l'alba
la fine.

Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016









Monday, October 3, 2016

Le parole che saranno

prima di sempre
prima di ogni cosa accaduta e perduta

nel presagio d'autunno
le parole che saranno
già tornano

incatenate alla certezza di altre notti
(troppo vive)
la gola brucia di neve

due fuochi allo specchio
(li sento nel petto mentre corro)
risalgono arresi
l'intimità del sangue

(ma a chi dirlo quanto respiro mi manca
e quanto sale sul giallo acceso di queste foglie)



Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016

Thursday, September 29, 2016

Un conto di spine



neppure tremo
quando la pelle viene via
così lontano da ogni dove
dissi il mio nome

è un conto di spine
questo morbo notturno
che abita le vene


senza più gigli di mare
intorno al collo
un fiotto di salmastro
tra le dita



(da dipingermi la schiena di una ferita lunga
e dimenticare per sempre il dolore della luce)



Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016











Thursday, September 22, 2016

Lingua di sabbia

per caso
una sorta di misericordia
la luce che si sposta
da una notte all'altra

e mi trova
non più accesa di viola
a specchiarmi nei muri

per caso
dunque sono qui
a tacermi adesso il nome dei giorni
che sono stata in guerra

lingua di sabbia
morsa a sangue.



Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016

Thursday, July 7, 2016

Contro il sangue di ferite straniere

è luogo di lunghe strade
questo

e tuoni

da nasconderci dentro 
il rumore di troppe ossa

di ferro divelto

quando insorge
il male ovvio della strada

contro il sangue di ferite straniere

bastasse il dolore dei deserti
quello di un mare infinito - di un infinito pianto
 

bastasse a redimerci dall'alleanza di colpe e silenzi
bastasse a farci di cuori simili e giusti

a svegliarci
da questa notte d'abisso
che ci accomuna nell'identica miseria 
dell'odio.



Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016


Saturday, July 2, 2016

Il luogo perfetto

Potessi diventare l'estranea
sconosciuta
senza nome

e all'improvviso
scomparisse la mia storia 
sotto un'onda

intatta di ferite e paesaggi

abitare il mio sangue
il luogo perfetto di un'eco

così distante
dalla dura materia dei cuori
e delle mani

dalla minima unità della parola

agitando acqua di un'invisibile corrente
e un'altra luce
un altro rosso
cupo e scarlatto
che mi cancelli la colpa del respiro.

Stefania Stravato  © Tutti i diritti riservati 2016

Thursday, June 2, 2016

I giardini ribelli

come la luce di certe sere
quando
si ricorda che l'inverno è finito
e tornerà

né ruga
né vera ferita

vicino alla bocca, la piega

quasi un morso
un vago accenno
di bacio

e l'ardire di questo tempo mio
è un tuono perfetto che nasce lontano

cadendo nel punto esatto
dove smetto
di forzare

inaccessibili oscurità

e gira a testa in giù
lune invincibili
nel cavo violaceo di uno sterno

risuonando a vuoto
la somma di ossa
che furono giardini ribelli 

(si vive solo di sangue e si muore nel bianco di neve)


Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016

Tuesday, May 31, 2016

Il lampo estremo

Qualche attimo inestinguibile
nella zona d'ombra
è uno sparo alla nuca

capita di uccidersi 
nella pietà di quella luce

e morire sotto tortura
tacendo ogni rancore delle braccia

di averne certezza e paura
lo sapremo
in un lampo estremo

quando di guerra
la geografia sotterranea del petto
sarà esplosa

altro non è
questa ininterrotta alleanza
(complice la vita)
tra me
e il nome nuovo
che avrà il dolore.



Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016




Sunday, May 29, 2016

Di ogni cosa

I

Trova il suo verso
il sangue del cuorevivo
e senza avarizia
si pronuncia
la vocale aperta
dell'impronunciabile dolore

II

Il paradigma di chi ero
si rovescia adesso nell'interezza della memoria
uguale e all'inverso
quando 
giravo le spalle ai binari in fuga
(era il tempo di contare)

III

sotto la pelle della gola 
l'istante di gloria e disperazione
(sì)

IV

dicevamo di ferite
e poesie
solo ieri 
già eravamo
il nulla che saremo
la verità che siamo stati
(io ho volato nei cieli di millenni)

V

perché proprio qui e ora
mi sottraggo 
fino all'essenziale
inseguita da mattini inesplosi

e sotto gli occhi 
(tutt'intorno al cuorevivo)
incomprensibile
il clamore delle rose

(di ogni cosa)




Stefania Stravato  © Tutti i diritti riservati 2016













Wednesday, May 18, 2016

E adesso

senza capire davvero
perché

accade da sempre
la mia guerra

la pienezza scarlatta
del mio sangue
che sfida
l'immenso piano della luce
inclinato verso il mare

               *

una notte di respiro corto e di occhi rossi
da starci dentro
come un innesto di sale

               * 

tutte le vie là fuori
tornano indietro 
a serpentina
sulla schiena

eppure
addosso - pesano tre quarti di cielo -


(come sei piccola da qui. E invece no)

               *

è solo immaginato
il grido nella gola

(e quella smisurata luna d'oriente?)

               *

è solo immaginato
il nome di un luogo senza nome
una data mai esistita

la contiguità della vita
ai miei fianchi
da una barca all'altra

(mai una sera di lanterne a festa)

            *

e adesso
che vento - che vento -
tra questi gigli nuovi sulla duna

e i miei capelli.



Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016




Monday, May 16, 2016

Non altro di me

sanguina in un ritratto
adesso
in disparte

lontano 
la via
la vita

inseguendo case di pietra
chiuse da tempo

e incendi cobalto

o poesie
dove non si parla d'amore

non dire mai più
di tènere grida
e sentire
nuove 
le stelle spuntarsi sul petto

non dire mai più
mai più sentire

        *

non altro di me
da quell'inquieto cadere di pioggia
che ancora resto

e in grembo
indulge
la mano nuda della sera.



Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016

Tuesday, March 29, 2016

Le cose, le rose

non dirò nulla
dell'innocenza e della colpa

(nascosti nello sterno, sono semi di vecchie rose)

non dirò nulla
dei passi - dei sassi - 

d'inchiostro - il biancore di un'eco
intorno alla mia voce
 
di quando dormivo minuti e sembravano anni
dentro specchi d'argento

(risalivo le notti - in gola fiori di sale)

dell'infamia lucente che aveva la pioggia sulla nuca
quell'aspra sostanza

(era grecale o libeccio?)

non dirò nulla del cancro di un cuore cavo
il nero calcareo delle sue vene

né di tutte le cose senza nome
senza radici 

né di me che cercavo un nome
per tutte le cose
per tutte le rose

le vecchie rose
le cose

remote - mai ebbero un nome

(ridevano gli dei
di quelle cose - di quelle rose).




Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016



Sunday, March 27, 2016

La mezzaluna

senti - come incide
la carne
in quest'ora di mezz'ombre

livida
la mezzaluna 
si è fermata ai margini del palmo

come la pietra
racccoglie l'acqua 
il tempo avanzato di ogni viaggio

senti - come vado lontano
più di sempre
senza sangue né futuro

dove non mi raggiunge
null'altro che un'obliqua memoria
di rose impetuose - a ferire le braccia.


Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016

Sunday, March 13, 2016

(e contronatura è alta la luna, a mezzogiorno, sul mio palmo

irrompe come una fantasia disperata
il coltello nella vena

l'oblio - in un miraggio di neve

l'attimo lungo
tra il passato prossimo e chi sarò
dove la voce torna dal buio
come un sole impazzito

niente più combacia

l'ombra e le tracce di memoria
lo strappo del filo
i lembi di pelle
la forma degli addii 

nelle ore sotterranee
ricorderò i contorni delle stelle
perdute
in un gorgo di parole


(e contronatura è alta la luna, a mezzogiorno, sul mio palmo)


Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016