Friday, March 29, 2013

Tu nelle ossa passi, taci






Non ti porterò nella notte
non ti porterò nella morte
né presso muri vestiti di edere nere

ti bacerò nella fragile ombra di un tiglio

senza rimpianti, né rimorsi

e ti fuggirò

sollevando solitudini di giardini straziati
fino al silenzio di un'ellisse innocente


accecata di fiori e faville
in un chiaroscuro malato di vecchie campane

il mio esilio
un nido di folgori
una falce di vento tra le mani

e tu nelle ossa
passi, taci

spezzandomi le dita


livide, naufraghe


scavano
tra le ceneri dei gigli

eppure fummo canto

e spighe.
Innocenti, sfidammo il vento.


E allora
attraversami
come una fede
come un rimpianto
come la notte

poi uccidimi mentre sanguino odore di ginestra
negli occhi di una colomba

in silenzio

annego in un addio
al largo del petto.

Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati

Monday, March 25, 2013

Ancora non sosti oltre la curva


non ti dico che so come fuggire il vento che feconda le fiamme,
nei grembi di giardini sommersi dai ghiacciai. il nerofumo 
che fa scempio dei gigli nelle nicchie 
 
ah cuore. tu ancora non sosti oltre la curva
ancora cammini, gli occhi bassi 
a questa casa di specchi sospesa tra i gerani e spoglie di cielo.
gemi. le distanze? di coste che bagnano la schiena di luna
 
o le spirali lucenti che si conficcano nel silenzio?
ma non senti quanto pesa l'emisfero e ricaccia i semi nelle rotondità del buio?
 
è nebbia o memoria?
o canne nutrite di neve che fanno il confine all'assenza di luce
 
non ti dico che so le diramazioni sottese di rose,
quali intenti percorrono le spine sul bianco della fronte,
se troverò mai la filigrana fossile dell'alba, la pietra
circonfusa del suo mistero
 
ho sepolto nel ventre di un vascello 
la via per le cave abitate dalle genti di mare, i chiarori appesi ai muri
dove credetti di amare. e tra le alghe, un soldo di rame
per la lezione di violino. che adesso
si va, passo a passo
nelle lunghezze delle ombre
 
e imparo. solo la notte, il suo greto a delta
in un porto ammalato di echi. le lucerne
pallide che si allontanano da riva.


Tutti i diritti riservati © Stefania Stravato

Sunday, March 24, 2013

Figlia










da lato  a lato 
si accende questa terra in punta d'ombra
    arcipelaghi d'astri
               crollano 

catrame in fiamme sulla neve

nei sepolcri 
le primavere che narravano le mani degli amanti

questo è tempo di strage nei giardini
figlia mia
ma non temere il lamento delle farfalle in agonia
            stanotte ti intreccerò radici e semi
sarai bella di ali e foglie

tu non lo sai 
i nostri corpi erano fiori
incontro alla rugiada che ci lavava il petto
poi si cadeva puri e nudi in un canto muto
           scavandoci le labbra

li conservo ancora tutti gli occhi che ho baciato
          quelli che ho strappato
ogni vita che ho vissuto 
e la memoria di contrade
che ci cadeva sopra l'alba e l'avvolgeva strette
come i fiori di una sposa

adesso mi resta solo il cuore 
         incatenato a sbarre di brina
e so quanto posso amarti 
di più che già non abbia fatto

in un colpo d'occhio
          tutte le forme delle voci
i corsi d'acqua le scaglie di serpente

ed è mia la mano 
         a spingere forte
il peso di ogni luna sulle stagioni al centro del respiro

         non ci sarà altro tempo
per rinascere da un ramo rossocorallo

e questa misura di dolore è infinitudine d'oceano
        a volo radente sui sepolcri di ginestre

io terra di guerre
io piana di aranci
io laguna salmastra dimora agli aironi di passaggio
rupe ferita da tramontane
         tua radice malata di salsedine

ma tu rubale ovunque le vie 
ad ogni terra 
ad ogni possibile mare
e corri avanti alle campane d'argento
         che non ti tocchi non ti sporchi
il loro inganno

         solo il grano e il rosso di vigna 
a fasciarti i fianchi. 

Tutti i diritti riservati Stefania © Stravato

Le mani nude






vedi, ho trattenuto tempo
al tempo
incatenandolo
ai lati degli occhi

ora batte vento e alta marea
sulle pietre sfinite di neve

per questo
mi tiro addosso le colonne del cielo
infilandomi sale e conchiglie
nei tagli del petto

e spero di morire
dissanguata di ogni memoria
sepolta da un'esplosione di luna

ma di traverso
tra due sponde

vestita solo di sabbia
le mani nude di campane.


Tutti i diritti riservati © Stefania Stravato

Saturday, March 23, 2013

E si va



nel silenzio     senza peso
inerti lune alle spalle

resta l'infamia del loro inutile splendore
l'acredine di notti
assiepate nella gola

e si va
in equilibrio su rotatorie di voci
le caviglie sporche di mandorli in fiore
sul grembo      fasce di neve antica.

Tutti i diritti riservati Stefania © Stravato

Friday, March 22, 2013

Tu tremi e mi uccidi




Tornano stagioni
diverse e uguali
con resti di fiori arsi di neve 
sepolti nella memoria 
e semi nuovi nel petto

sarà naufragio
o illusione di salvezza
l'abbandono, la resa
venirti incontro dalle sconfitte

e accoglierti tra le labbra
come vino
d'ambra e rossa
lucente in faccia al vento
distesa
offerta
terra, sangue

le spalle nude
m'incendio nei fruscii
di questa notte
che aspetto di morire

odore d'uva e melograno
confusa e accesa di piccole stelle
ti vengo tra le mani
e tu sorgi e tremi e mi uccidi.
Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati

Sunday, March 17, 2013

Non dirò nulla


  • Un'attesa malamente sgualcita
  • nella mezz'ombra di marzo
  • è quasi vento 
  • forse di pioggia
  • e l'irridemibile tremito
  • dei mandorli
  • alla nuca

  • non dirò nulla dei giorni
  • delle ore
  • di quante volte ho misurato
  • a grani il sale
  • del mare steso in petto

  • non dirò nulla
  • nemmeno a dio

  • prima di sera
    mi troveranno i corvi
    o i cormorani
    o un marinaio accecato da troppo azzurro
    muta mi troveranno
    nuda
    tra rose pallide d'acqua

    Non avremo timori.
    Così si va
    ad occhi aperti
    e la pelle del petto 
    tesa e bianca come un'alba.

    Così, io vado
    troppo lontana da te
    a morire.

Tutti i diritti riservati © Stefania Stravato

Cosi si sta


    • Così si sta
    • nudi, di schiena alla luce
    • in gola, semi di silenzio
    • in equilibrio su corde d'acqua
    • le caviglie fasciate di neve

    • ti ho lasciato terra
    • ti ho perduta
    • in un guado di sole
    • per troppo amore

    • ho incontrato processioni di madonne
    • reduci di guerra
    • roseti divelti
    • sugli estuari insanguinati di poesia

    • dove sei andato a morire
    • dove?

    • più in là dei suoni di pioggia
    • dietro i muri soffocati dal glicine
    • in fondo alla strada
    • nell'ultima curva
    • nel violascuro
    • che mi ha ucciso

    • sepolta l'ora che si spargono carezze
    • a riva dei fianchi
    • dio si è arreso
    • dio è morto

    • insieme a me
    • insieme a te
    • inutilmente ancora vivi.

    Tutti i diritti riservati © Stefania Stravato

Le radici del canto











spigoli di pietra contornano la conca stretta del petto

è il muro l'orizzonte
e mi sorregge malamente 
pur essendo io
soltanto una nervatura di foglia nel calco del tempo

si aspetta l'alba nella frana
le grida 
uccelli in migrazione dalle rifiorenze


ma non si lascia corrompere dall'aria
questa coda d'ombra sopravvissuta al salmastro
che ancora sonda gli scavi nel bianco d'ossa 

dai meridiani divelti cadono serpi mormorando salmi 
eppure c'è un transito di luce
ogni volta che dal ramo si stacca una stella

un'eco in fuga dal rigore della morte
è luogo in sospensione
per il canto crocifisso nella piaga del silenzio supremo 

confusa di istanti e millenni
sarò l'orfana di tutti i possibili amori
in ginocchio alla memoria stuprata dagli spettri di mille aurore
e la neve 
mi terrà tutt'una a patire il suo peso
sul fiato rovesciato 
e braci di tetti infamarmi la voce

ma la commozione di contare notti allineate sui palmi
usurperà la via al furore del coltello nella vena


salva dalla vita ti troverò che ti sveli infine
vertigine fossile del vagito primigenio

dietro queste rovine di cielo dimenticate nei prati
dilagando da un seme gonfio d'oscuro presagio

e mi affaccerò 
le palpebre riflesse nella tenebra 
a calpestare in punta di piedi 
la bellezza perfetta delle radici che trattengono il dolore.


Tutti i diritti riservati © Stefania Stravato