Saturday, April 6, 2013

Cento primavere e un violino antico


tra le foglie, controtempo 
ombre

le cime cadute, i resti di altari

fuori posto le stagioni
sulla via per l'orizzonte

si infliggono a tradimento nel petto
(dove il respiro non sa più temere
i passaggi di notte fonda)

fossi carne di rosa
morirei, chinandomi appena nel mio stesso pallore
(quanto può durare l'agonia al tramonto?)

ma appartengo alla maledizione della pietraviva
che si evolve a confine di ogni promessa

e nulla è più vero del dolore 
dopo una frana

non si torna dal viaggio 
dentro una vertigine di fuoco sui pendii
(non basteranno le mie monete di neve
per una stagione di minuscoli arcobaleni)



cento primavere e un violino antico
darei in cambio, se li avessi
per un solo giorno di maestrale in pieno viso

altrove, mi tenesse una pupilla a colmarmi di mare. 

Stefania Stravato  ©  Tutti i diritti riservati

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