senza capire davvero
perché
accade da sempre
la mia guerra
la pienezza scarlatta
del mio sangue
che sfida
l'immenso piano della luce
inclinato verso il mare
*
una notte di respiro corto e di occhi rossi
da starci dentro
come un innesto di sale
*
tutte le vie là fuori
tornano indietro
a serpentina
sulla schiena
eppure
addosso - pesano tre quarti di cielo -
(come sei piccola da qui. E invece no)
*
è solo immaginato
il grido nella gola
(e quella smisurata luna d'oriente?)
*
è solo immaginato
il nome di un luogo senza nome
una data mai esistita
la contiguità della vita
ai miei fianchi
da una barca all'altra
(mai una sera di lanterne a festa)
*
e adesso
che vento - che vento -
tra questi gigli nuovi sulla duna
e i miei capelli.
Stefania Stravato © Tutti i diritti riservati 2016
Maestosa, come sempre. Un bacio dal fu @Antarta
ReplyDeletedear.
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